GS Marinelli, 31/07/2025
Due giorni nel PARCO REGIONALE DELL’ADAMELLO
Si è conclusa la nostra esperienza di escursione di due giorni in montagna con pernottamento in rifugio: abbiamo partecipato in 16 ed ognuno ha certamente un qualche diverso racconto sulla propria esperienza. Spero, sia stata, comunque, per tutti felice, positiva ed istruttiva.
Ci sono stati alcuni momenti di discussione in relazione alla scelta di un terzo itinerario per la giornata di venerdì ma il meteo, che prometteva pioggia a partire dalla 10 di mattina, ha fatto risolvere ogni dubbio.
Sono stati, questi, due giorni nei quali il nostro gruppo ha semplicemente moltiplicato per due il piacere di stare insieme (normalmente, si sa, facciamo escursioni di un solo giorno): non mancano discussioni e confronti ma tutto viene sempre superato e dimenticato in forza dell’amicizia e del piacere di vivere in sintonia con la natura e la montagna.
Questo ambiente, la montagna, è, forse più di ogni luogo al mondo, tutto ed il contrario di tutto: bellezza e orrore, amicizia e rivalità, fatica e riposo, libertà e barriera, vita e morte……..
Come per ogni cosa possiamo scegliere, o almeno provarci, quali sentimenti e sensazioni vivere e condividere.
Primo giorno: Da località Predazzo (Temù) al Rifugio Garibaldi:
Raggiunta la Val d’Avio, Siamo partiti parcheggiando le auto poco sopra Temù e la salita verso il Rifugio Garibaldi è stata impegnativa perché più lunga del previsto, tuttavia un bel sole ed una fresca temperatura ce l’ha resa molto bella e ci ha dato tanta soddisfazione.

Una volta sistemati gli zaini in rifugio e scelte le nostre brande nella camerata che i gentili rifugisti ci hanno messo a disposizione, in attesa dell’ora di cena, abbiamo esplorato i dintorni, il lago, la diga, quel che resta del ghiacciaio, osservato la corona dei monti con l’Adamello, visto nel suo lato nord, a predominare.
Verso l’estremo lato sinistro della diga un branco di stambecchi, pochi maschi, alcune femmine e tanti piccoli, stavano tranquillamente pascolando e, taluni in posizioni veramente acrobatiche, leccavano sale dalle parete della diga. Sono stati, ovviamente, divertenti soggetti delle nostre fotografie.

Sempre in attesa dell’orario di cena, abbiamo osservato arrivare in rifugio, alla spicciolata, un gruppo di giovani alpinisti, ben equipaggiati, stanchi, sudati e felici: erano tedeschi, di Colonia, che erano partiti al mattino presto dal Rifugio Gnutti, attraversato il Pian di neve e, passando per il Passo Brizio, sono arrivati al Rifugio Garibaldi. Il giorno dopo, scendendo a Temù avrebbero concluso la loro esperienza sulle Alpi italiane: questo abbiamo imparato interrogandoli ed ascoltando i loro entusiastici racconti con linguaggio in insicuro ma comprensibile inglese.
La cena tanto desiderata è stata di sufficiente qualità, abbondante.
Con alcune partite a carte e tante conversazioni, si sono fatte subito le ore 22, l’ora del riposo.
Non c’è stato tempo per il paventato schiamazzo notturno; in camerata si è fatto subito un silenzio ristoratore.

Secondo giorno: Da Rifugio Garibaldi al Passo del Venerocolo e ritorno a Temù:
Il secondo giorno, venerdì appunto, fatta la colazione alle 7, ci siamo subito tutti messi in marcia formando due gruppi per i due percorsi in programma.
Un gruppo di sei, per il percorso più impegnativo, ha cominciato la salita verso il Passo del Venerecolo e, dopo circa un’ora e mezza, qui si sono fermati non potendo salire fino a Punta Venerocolo perché nel frattempo era scesa una fitta nebbia che addirittura si trasformava in fiocchi di neve.
Rivolto un breve sguardo al paesaggio, bello ma purtroppo limitato in queste condizioni meteo, cominciata la discesa per il ritorno verso il rifugio, è cominciata anche la pioggia, proprio come previsto. La successiva discesa verso Temù ha visto il protrarsi della pioggia e poi alternanti schiarite e nuovi annuvolamenti.
Secondo giorno: Da Rifugio Garibaldi al Passo del Lunedì Discesa al lago di Pantano e ritorno a Temù:
L’altro gruppo di 10 escursionisti aveva scelto, per la discesa verso Temù, per non ripetere l’itinerario dell’andata del giorno prima, di fare una breve salita verso il Passo del Lunedì e poi, dopo aver costeggiato il lago Pantano, ha cominciato a scendere da quel sentiero, sul lato sinistro della vallata, un poco travagliato ma molto suggestivo; raggiunta la Malga Lavedale il sentiero si riunisce alla normale via di salita e diventa più facile. Nel frattempo anche per loro è arrivata la pioggia a complicare un po’ la vita ma tutti avevano un buon equipaggiamento.
Durante le lunghe ore di cammino (essendo precluso l’accesso con le auto alla Malga Caldea, cui si era abituati) il tempo di percorrenza si è allungato di oltre un’ora e nel frattempo è cessata la pioggia ed è spuntato fra le nuvole persino un raggio di sole.
Rosanna – GS Marinelli


